Questione di Logo

Il logo è l'identità visiva di un brand, la rappresentazione di un’azienda, un prodotto o un libero professionista.

Da cosa comincia la riconoscibilità di un marchio, di un’azienda, di un’attività?

Dal logo.

Il logo fa parte degli elementi dell’identità visiva di un brand, ne è il fondamento. Il logo è la rappresentazione di un’azienda, un prodotto o un libero professionista. Dato il suo ruolo simbolico, deve rispecchiare graficamente e tipograficamente l’essenza dell’attività che rappresenta.

Spesso si pensa al logo design come a una novità degli ultimi anni ma le persone e le organizzazioni vengono identificate con una varietà di firme ed emblemi da tempi remoti. I loghi di oggi equivalgono agli stemmi che venivano utilizzati in passato per identificare famiglie e attività precise.

Credi che sia semplice fare un logo?

Alcuni imprenditori pensano di poter ottenere un logo con poco impegno, o che basti rivolgersi al parente di turno con un po' di esperienza, ma come per ogni ambito ci vuole una reale competenza per creare la soluzione efficace.
La complessità del logo sta nel riuscire a comunicare ciò che è l’azienda e quali sono le sue caratteristiche essenziali, i valori e le sensazioni che vuole ispirare.     

Com’è fatto oggi un logo?

Il logo tecnicamente può essere costituito da alcune parti diverse:

•    Tipografia – logotipo: generalmente il nome del brand con il font proprietario e i colori caratteristici
•    Pittogramma: l’elemento grafico  
•    Colore: mono oppure multicolore
•    Pay-off: la frase che racchiude il significato sintetizzato del brand.

Un logo non deve necessariamente essere formato da tutte queste parti, esistono infatti loghi di diverse tipologie.
Per esempio, alcuni loghi sono costituiti soltanto dal nome scritto del brand, oppure soltanto da un’immagine, oppure ancora da un’immagine accompagnata da una scritta.

Nello specifico, un logo può essere:

•    Testuale (composto da caratteri o parole  come Coca-cola, IBM …)
•    Letterform (creato con una sola lettera, per esempio la M di Mc Donald’s, o M&M’s)
•    Pittorico (composti da sole immagini quali la mela di Apple, l’uccellino di Twitter..)
•    Astratto (l’ala stilizzata della Nike)
•    Mascotte (pensa alla Michelin o al WWF..)
•    Emblema (una scritta contenuta all’interno di un simbolo, come Fiat, Alfa Romeo o molti loghi istituzionali e più tradizionali)
•    Iconografico (elemento grafico accompagnato da una scritta, generalmente il nome del brand)

Cosa distingue un logo efficace dagli altri?

#coerente

Il logo dev’essere coerente al settore in cui opera e alla personalità del brand, così come dev’essere in linea con il tipo di clienti a cui l’attività si rivolge.

Questo significa che, per esempio, il logo che rappresenta un negozio di articoli per bambini può avere forme armoniose e colori sgargianti mentre il logo di un’azienda di particolari meccanici riporterà toni più scuri e freddi.

Il logo può evocare quella che è l’attività del marchio. Ma non sempre è così, si può anche scegliere di rappresentare i valori su cui è stato costruito il marchio o ai quali idealmente si ispira, oppure le sensazioni che vuole suscitare.

Pensiamo alla Apple, al logo dell’azienda americana sono state date diverse interpretazioni ed è oggetto di diverse leggende metropolitane, ma osservando il logo originario si può avere un’idea più chiara del suo significato.
Nel primo logo Apple, si vede Newton seduto sotto un albero di mele intento nella lettura. Dall’immagine si possono dedurre i valori chiave originari che ha voluto evocare la Apple: lo studio, il pensiero e talvolta la solitudine di chi cerca la conoscenza.


#minimal

Nella creazione di un logo vince lo stile minimal. Nel logo non vanno inseriti troppi dettagli, potrebbero confondere chi osserva e rendere meno immediato il significato. I caratteri devono essere chiari e facilmente leggibili.

“Complicare è facile, semplificare é difficile.” Bruno Munari

#unico

Il logo deve essere qualcosa di unico. Nella creazione di un logo non va seguita la moda del momento, va progettato in maniera curata perchè possa conservare la sua originalità anche con lo scorrere del tempo.

Talvolta può essere adottato un design provocatorio e dall’impatto emotivo. Esempio è il logo del marchio Playboy che, con il suo pittogramma dalla silhouette stilizzata, gioca sullo stereotipo della fertile virilità dei conigli.

Una caffetteria può avere nel logo una sirena?
Starbucks, la più grande catena di caffetterie nel mondo, ha nel suo logo proprio la figura di una sirena. La sirena, nella mitologia, rappresenta una creatura affascinante e irresistibile per chi la guarda o la sente e Starbucks ha scelto questa figura femminile per rappresentare la tentazione irresistibile e il fascino del caffè. Rispetto al logo originario la sirena è cambiata nel tempo, i seni sono stati coperti e le linee si sono semplificate, ma la sua figura rimane, troneggiante.


#versatile

Il logo deve ben adattarsi ad utilizzi differenti, per esempio dev’essere ben riconoscibile anche quando è in piccoli formati, o dev’essere comprensibile anche su scansioni e fotocopie. Per questo per un logo non si possono utilizzare fotografie.

Un logo realizzato in maniera professionale deve essere disponibile in formato vettoriale, in maniera che sia declinabile in ogni dimensione senza perdere definizione. La grafica vettoriale permette di ottenere immagini che possono essere rimpicciolite e ingrandite senza perdere qualità ed evitando l’effetto ‘sgranato’.

È utile progettare il logo in maniera che sia riconoscibile anche in una versione monocolore, in modo da essere pronti all’evenienza di qualsiasi stampa.

Come nascono i loghi?

Ogni logo ha la sua storia.
Si narra che il logo di Chupa Chups sia nato da un incontro al bar tra il fondatore del marchio, Enric Bernat, e l’amico artista Salvador Dalì. Nel giro di un’ora Dalì scarabocchiò furiosamente su pagine di giornale quello che sarebbe poi diventato il logo del famoso lecca lecca. L’artista insistette poi che il disegno fosse posizionato sopra il prodotto, anziché di fianco, in modo da essere totalmente visibile e leggibile.

Altra storia è quella del giovane Renè Lacoste. Talentuoso giocatore di tennis, a seguito di una scommessa con il suo allenatore, con in palio una valigia di coccodrillo, venne battezzato da un giornalista come l’Alligatore. Renè prese questo soprannome per farne il simbolo del marchio che lanciò ufficialmente nel 1933 quando l’iconica polo Lacoste entrò nel mondo della moda.

Spesso per la creazione di un logo si sceglie di omaggiare il contesto in cui l’attività nasce.
Le Officine Alfieri Maserati avevano sede a Bologna, per questo nel logo della Maserati appare il tridente, elemento ripreso da uno dei simboli della città, la fontana del Nettuno. Mentre i colori utilizzati nel logo, il rosso e il blu, sono quelli dello stemma della città di Bologna.

Il logo bianco-azzurro della casa automobilistica BMW sembra un’elica in movimento (inizialmente BMW si occupava di motori di velivoli) ma in realtà è un omaggio ai colori della bandiera della Baviera, terra di origine del marchio tedesco. Si dice che il motivo di questa somiglianza sia stato quello di aggirare la legge che vigeva ai tempi della fondazione, che vietava l’uso di simboli nazionali in un marchio commerciale.


Nei loghi di ben due case automobilistiche appare la città di Stoccarda.
Il logo Porsche è stato creato dall’idea del fondatore di unire lo stemma di Stoccarda (il famoso cavallino rampante, che in realtà è una giumenta) con lo stemma della regione di Wurttemberg, rappresentando così il territorio dove è nata la casa automobilistica.

Il simbolo di Stoccarda si trova anche nel logo della Ferrari.
Lo sfondo su cui appare il cavallo è giallo come omaggio alla città di Modena, sede della scuderia, mentre l’emblema dell’equino deriva dai trascorsi dell’abile pilota Francesco Baracca. Durante la prima guerra mondiale abbattè in duello aereo un pilota tedesco il cui velivolo portava a fianco il simbolo di Stoccarda, preso come trofeo dall’italiano.
Tale stemma fu donato a Ezio Ferrari per essere utilizzato come simbolo della scuderia, alla sua fondazione.


Il pittogramma dell’azienda di auto elettriche Tesla sembra riprenda semplicemente l’iniziale del nome, ma approfondendo, si scopre che in realtà non si tratta di una T! Simboleggia infatti una sezione del motore elettrico disegnato dall’inventore che il brand ha preso come riferimento, Nikola Tesla.

Dietro ogni marchio abbiamo visto che c’è un significato o è nascosta una simbologia, che dona radici e profondità al brand.

Per il tuo logo affidati a professionisti che trasformano in linee e forme chiare i tuoi valori e obiettivi, solo così potrai trovare il simbolo ideale per la tua azienda!

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